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Da Rubens a Maratta

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Dal 29 giugno al 15 dicembre 2013 la città di Osimo ospita la mostra Da Rubens a Maratta a cura di Vittorio Sgarbi, secondo appuntamento dedicato al Barocco nelle Marche dopo quello del 2010 incentrato sul territorio di San Severino e l’alto maceratese. Scopo della mostra è far scoprire Osimo e la Marca di Ancona (ma lo sguardo si allarga anche alle costiere Senigallia e Fano e verso l’entroterra) con la loro vitalità e varietà artistica. La vicinanza tra i centri urbani oggetto di indagine e la loro collocazione apparentemente periferica rendono ancor più eccezionale questa fioritura, resa possibile grazie alla fondamentale attività di mecenatismo e collezionismo di vescovi, cardinali e patrizi locali che coinvolsero artisti di fama nazionale ed internazionale, da quelli più in voga provenienti da altre regioni ad artisti marchigiani divenuti celebri altrove e poi nuovamente richiamati in patria una volta raggiunto il successo.

Il titolo della mostra, oltre ad anticipare la presenza di due grandi personalità, il fiammingo Peter Paul Rubens e il marchigiano nativo di Camerano Carlo Maratta, protagonista indiscusso del panorama artistico romano, vuole anche definire l’ampio arco cronologico preso in esame, dal primo decennio del XVII secolo all’inizio del secolo successivo, considerando tutte le diramazioni artistiche dell’epoca, dal naturalismo caravaggesco al classicismo della scuola bolognese. Nella sede espositiva di Palazzo Campana e del Museo Civico saranno infatti esposte 85 opere (di cui alcune inedite) di artisti tra cui Guido Reni, Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, Orazio Gentileschi, Simon Vouet, Domenichino, Guercino, Mattia Preti, Giacinto Brandi, Lazzaro Baldi, Giovanni Lanfranco, Andrea Sacchi, Giovanni Baglione, oltre ai marchigiani Giovan Francesco Guerrieri, Carlo Maratta, Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato e Simone Cantarini.

La mostra ha anche carattere itinerante, e non solo per permettere di vedere begli esempi di architettura religiosa e civile locali, ma anche per poter ammirare pale d’altare, oggetti liturgici e splendidi apparati decorativi visibili inevitabilmente solo nei luoghi per i quali furono realizzati. Ciò è possibile sia nella città di Osimo, dove tra le sale del Palazzo Gallo, il Santuario di San Giuseppe da Copertino (il “Santo dei voli” vissuto proprio in quegli anni), il Duomo, il Battistero e il Museo Diocesano è possibile scoprire opere, tra gli altri, anche di Pomarancio, Guido Reni, Francesco Albani, Gian Lorenzo Bernini, per poi proseguire nella vicina Camerano, con un percorso attraverso le opere del Maratta, e a Loreto, dove nella Basilica della Santa Casa e nel Museo del Palazzo Apostolico, luoghi di inestimabile valore artistico, si possono vedere opere del Pomarancio.

Una mostra con artisti maggiori e anche “minori”, da riscoprire. Una mostra non in chiave osimana né provinciale, ma che vuole raccontare la straordinaria storia artistica di una realtà che nulla ha da invidiare a centri di maggior dimensione e notorietà. Il catalogo, a cura di Vittorio Sgarbi e Stefano Papetti, è pubblicato da Silvana Editoriale.

In alto: Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, Vergine Maria (particolare), 1640-50, olio su tela, Londra, National Gallery. Sotto: Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, Giudizio di Salomone, Affresco, 1609, Palazzo Gallo, Osimo.

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