Skip to content

La scomparsa di Paolo Portoghesi

image_pdfScarica PDF - Download PDF

a cura della redazione

Di Paolo Portoghesi (1931-2023) si è molto parlato nei giorni successivi alla morte, avvenuta il 30 maggio scorso a Calcata, il piccolo centro in provincia di Viterbo dove da molti anni l’architetto e studioso romano abitava insieme alla moglie Giovanna Massobrio, a sua volta architetta e storica dell’arte. Con lui se n’è andato il più noto esponente italiano del Postmodernismo, etichetta su cui Portoghesi aveva puntato scopertamente, operando non solo come progettista ma anche come docente universitario, direttore di riviste, responsabile della sezione architettura (1979-82) e presidente (1983-93) della Biennale di Venezia. La sua attività storico-critica ha inciso su più fronti: da un lato, indicando nell’età rinascimentale e barocca il fondamento irrinunciabile (Roma Barocca, 1966; Borromini nella cultura europea, 1982, La mano di Palladio, 2008); dall’altro, contribuendo alla decifrazione del panorama architettonico di fine ‘900 e di questo inizio di millennio (Dopo l’architettura moderna, 1980). Di grande pregio anche i libri, firmati insieme a Giovanna Massobrio, riguardanti aspetti ancora sottovalutati della modernità: da Album degli anni Venti (1978), a Casa Thonet. Storia dei mobili in legno curvato (1980). Naturalmente, la figura di Portoghesi risulta tanto più controversa e divisiva, quanto più si identifica nel mestiere dell’architetto. Alcuni dei suoi edifici pubblici – teatri, centri polivalenti, scuole – possono apparire troppo letterali nel loro riferirsi al passato, e la trasposizione di determinati stilemi dai materiali d’origine (marmo, mattone, calce, stucco) al grigiore del cemento armato e dell’intonaco industriali, risulta a volte forzata. Probabilmente non a caso, nella copiosa produzione sacra di Portoghesi, l’opera più acclamata non è una chiesa cristiana ma la moschea di Roma, da lui progettata nel 1974 e inaugurata nel 1995: quasi che l’estraneità all’Islam lo avesse obbligato a un’interpretazione piana e controllata del tema. Ma il rilancio dell’idea di dignità e armonia del tessuto urbano è un’eredità preziosa che gli dobbiamo, e la riqualificazione della piazza romana di San Silvestro, da lui impostata nel 2011 e ancora da terminare, ne è una viva testimonianza. Di lui avevamo pubblicato anni fa, al link faredecorazione.it/?p=2199, La decorazione e il suo linguaggio, un testo che raccomandiamo a tutti i lettori di FD. C’è da sperare che il saggio sulla bellezza a cui Portoghesi stava lavorando possa vedere la luce, anche se postumo. Le anticipazioni fornite dall’autore e pubblicate il 31 maggio scorso sulla rivista online Ytali, al link ytali.com/2023/05/31/sulla-bellezza/, sono ben lontane dai luoghi comuni sul tema.

In homepage: Paolo Portoghesi fotografato il 15 luglio 2013 durante una visita a Vignola, MO (foto © ASP G.Gasparini).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *