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Chez Vincent

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Critico seduto:  Chi è? Cosa ci fa lei qui?

Artista Immortale:  Io? Cosa ci fa lei seduto sul mio letto!

Cs:  Scusi, ma lei non è morto centotrent’anni fa?

AI:  Mi prende in giro? Lo sa benissimo che sono un Artista Immortale!

Cs:  Beh… è un modo di dire. È dell’artista che si parla, mica dell’uomo.

AI:  Vabbé, cambiamo discorso. Mi farebbe dare un’occhiata sotto il letto? Dev’esserci un quadro che ho abbozzato tempo fa. Me lo porto via, voglio dipingerci sopra qualcosa di nuovo.

Cs:  Ma come, se ne va subito?

AI:  È un bel pezzo che non sto più qui. Tra dvd, cd-rom, esperienze immersive e tutto il resto, ogni volta che salgo trovo gente che ficca il naso nella mia roba e si fa dei selfie! Quando mi vedono, fanno né più né meno quel che fanno i miei vicini di casa nei film che raccontano la mia vita: si spaventano e mi guardano storto, come uno a cui manca una rotella. Lei no: si vede che è entrato gratis. Se le piace, può restare quanto vuole.

Cs:  Grazie, lei è molto gentile. Ma, scusi la curiosità… adesso dove abita?

AI:  Qui sotto, al Bar Sport. A fianco c’è sempre il mio vecchio atelier.

Cs:  Al Bar Sport?!

AI:  Insomma, al Café. Ha presente il Caffè di notte?

Cs:  Cioè, lei mi sta dicendo che si è trasferito qui sotto, nel caffè con biliardo del suo strepitoso quadro dell’estate 1888?

AI: Strepitoso?!  Ma come le viene in mente una definizione del genere? E poi, cosa c’è di strano? Solo io non devo abitare in uno dei miei quadri?

Cs:  Giustissimo, giustissimo. Piuttosto, un’altra curiosità: chi sono, oltre a lei, gli habitués del Bar Sport?

AI:  I soci. Cioè, tutti quelli che ho reso immortali come me, facendogli il ritratto o anche solo infilandoli di straforo in un quadro. Oggi il bar è un circolo AIA.

Cs:  AIA?!

AI:  Artista Immortale e Amici. Ogni Artista Immortale ha il suo circolo AIA. Come può immaginare, il mio è uno dei meno esclusivi.

Cs:  Quindi c’è anche il barista, quello in piedi accanto al biliardo?

AI:  Certo. Deve pur esserci qualcuno che serve da bere.

Cs:  Ah già, l’assenzio…

AI:  Ora come ora non mi ammazza più neanche l’assenzio, ma francamente ne ho abbastanza. Adesso vado a champagne. Ottimo, fatto venire apposta dal nord. Me lo posso permettere.

Cs:  Allora… mi autorizza a restare qui?

AI:  Le ho detto di sì. Si metta a suo agio. Come le dicevo, è un porto di mare. Si chiuda a chiave, quando avrò bisogno di entrare busserò.

Cs:  Lei è molto gentile, e mi soccorre in un momento di grave difficoltà. Vede, noi mortali in questo periodo stiamo fronteggiando un’epidemia senza precedenti. È una forma influenzale subdola e contagiosa, una dannata pandemia. Ora come ora dobbiamo starcene il più possibile in casa, per limitare la diffusione del virus. Pensi che è tutto chiuso: mostre, musei, cinema, teatri, calcio, discoteche.

AI:  Niente mostre, niente musei, niente turisti… Cosa vuole di più? Nessuno disturberà la sua quarantena. Sa cosa le dico? Visto che l’ingresso al bar è riservato ai soci, le faccio portare su i pasti da M.me Ginoux. Non può non ricordarsela, è la moglie del barista.

Cs:  Davvero non so come ringraziarla. Ma ora che ci penso… un’alternativa ci sarebbe… e vantaggiosa per entrambi. A me permetterebbe di andarmene subito, ad occuparmi di altri Artisti Immortali, e a lei di riprendere possesso della sua stanza, almeno finché durano le misure contro l’epidemia.

AI:  E sarebbe?

Cs:  Ecco… Non le andrebbe di farmi un ritratto? Voglio dire… nulla di impegnativo. Quella tela presa da sotto il letto andrebbe benissimo.

AI:  No, guardi, è impossibile. Sa com’è: io, per contratto, ritraggo solo dei perdenti. Gendarmi, puttane, balie, postini, giardinieri, medici a fine carriera, roba così insomma. Per quanto lei abbia una certa somiglianza col dottor Gachet, ne andrebbe della sua stessa credibilità, non trova?

Cs:  Ehm… Non la facevo così umorista.

AI:  Neanch’io l’avrei mai detto, anche campando mille anni. A proposito, le è andata bene. Immagini se anziché sul mio letto le fosse toccato di sedersi sulla capasanta della Nascita di Venere, coi piedi a mollo, o in una di quelle taverne dove Caravaggio fa incontrare bari, chiromanti e creduloni. Altroché immortalità!

Cs:  Non mi ci faccia pensare…

In alto: immagine pubblicitaria per "I Capolavori dell'Arte" Scala/Corriere della Sera/La Gazzetta dello Sport (www.video.corriere.it).
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