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Attributi del decoro. Il coturno e lo zoccolo (5/6)

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di Cesare Ripa, Giovanni Zaratino Castellini

Giustificando le due differenti calzature ai piedi della personificazione del Decoro (il coturno nel destro, lo zoccolo nel sinistro), Castellini si addentra in una disquisizione storica e letteraria di non facile lettura, ma che mette in luce le sue notevoli qualità di studioso. Uno studioso che cita i grandi autori del passato in quanto uomini del proprio tempo, depositari di nozioni pratiche da riscoprire e analizzare, per correggere le distorsioni interpretative intervenute nelle epoche successive. La filologia di Castellini plasma una figura complessa, sfaccettata, in cui apparenza e sostanza sono intimamente connesse. La grandiosità della tragedia e la concretezza della commedia sono i due registri complementari a cui coturno e zoccolo rinviano, mettendo in comunicazione nobiltà e spirito pratico, sofisticatezza e senso comune. Equilibrio, capacità di sintesi, senso della realtà, cominciano a emergere come i caratteri fondanti dell'allegoria del Decoro. Vedi C. Ripa, Iconologia, Eredi di Matteo Florimi, Siena 1613, pp. 176-181. Le note al testo sono redazionali.

Habbiamo discorso circa il decoro dell’operare, & del parlare, resta, che trattiamo anco del decoro circa l’andare, caminar, & comparir fuora tra le genti, che perciò alla gamba destra habbiamo dato il grave coturno, & alla sinistra il semplice socco, se bene Hercole si ride in Aristofane di Baccho che portava la mazza, & la pelle del Leone, con li coturni alle gambe, come cose sproportionate, essendo la pelle del leone spoglia di persona forte, riputando il coturno, molle, & delicata persona, però dissegli Hercole, che ha da fare il coturno con la mazza.

Sed non potens sum, arcere risum,
Videns pellem leonis in croceo positam,

Qua mens? Quid cothurnus, & clava conveniunt? 〈1〉

Ma molto bene a Bacco si conviene il coturno, che da molle, & delicato reputar non si deve, perché li coturni erano portati da Heroi, come assertisce Isidoro la cui autorità più a basso distenderemo, quindi è che negli tragici spettacoli s’adoperavano, attesoche nelle tragedie v’intervengono personaggi grandi, Heroi, & Principi, per tal cagione da Poeti viene stimato degno d’Heroi, & Plutarco nel Simposio 4.6.5 riferisce, che era portato dalli Pontefici Ebrei. Primum enim arguit hoc Pontifex Max. qui sestis diebusmitratus ingreditur hinnuli pellem auro contectam indutus, tunicamque; ad talos pertinentem gestans, & cothurnos, multa autem tintinabula dependent de veste, quae inter ambulandum strepitum edunt, ut & apud nos 〈2〉. Per similitudine di questo habito gabbandosi Plutarco si come anco Tacito scioccamente arguisce che fusse sacerdote di Bacco portato da Heroi, & Pontefici in quel tempo con molto suo decoro, Bacco tenuto da Poeti simbolo di spirito diurno, Presidente ancor esso delle Muse, & primo Heroe, ch’abbi trionfato portar poteva insieme con la Mazza, & pelle di Leone l’Heroico cothurno, & però in poesie, e scolture antiche viene col cothurno figurato. Virgilio nel secondo della Georgica, invita Bacco alle vendemmie dicendogli, che tinga seco le gambe nude nel mosto, levatisi li coturni.

Huc pater o lenae veni, nudataque; musto
Tinge navo mecum, direptis crura cothurnis.
〈3〉

Nel qual passo Probo 〈4〉 dice che li coturni sono certa sorte di calzamenti atti al cacciatore, perché con essianco le gambe circondano, & fortificano la forma de quali si vede nelle statue di Bacco, & di Diana, tale autorità di Virgilio, & di Probo suo antichissimo espositore, arreccano non tanto per mostrar che il coturno da Poeti si dava a Bacco solito a portarli si come a basso più a lungo tratteremo, quanto per notitia, che il coturno era fatto, come uno stivaletto, & borzachino, che cingeva intorno la gamba, per fino la polpa, si come nell’Egloga settima afferma Virgilio nella quale promettea Diana Cacciatrice una Statua di pulito marmo col coturno rosso.

Levi de marmore tota
Puniceo stabis suras evincta cothurno. 〈5〉

Et questo dico perché molti Autori di pezza, tengono che il coturno solito portarsi da Heroi, Principi & personaggi grandi, ne le Tragedie fusse alto come hoggidì le pianelle di legno da donna all’usanza Romana, Spagnuola, Venetiana, Napolitana o d’altra natione, massimamente d’Italia, come tiene Carlostefano sopra Baifio, De re vestiaria 〈6〉, il quale cita quelli versi di Virgilio nel primo dell’Eneide.

Virginibus Tyriis mos est gestare pharetram.
Purpureoque alte suras vincire cothurno. 〈7〉

Ove legger vorrebbe Purpureasque; epiteto che non si conviene alla voce suras, polpe di gamba rosse, per belle, percioche in questo luogo non si può pigliare in quel sentimento, che piglia Horatio nel lib. 4 Ode prima Purpureis ales oloribus 〈8〉. Et il poeta dell’Elegia in morte di Mecenate: Bracchia purpurea candidiora nive 〈9〉. Perché l’intentione di Virgilio è di dare l’epitteto purpureo al coturno, & non alla polpa della gamba, e che sia il vero nell’Egloga settima dice, Puniceo coturno 〈10〉. Color grato a Diana, sì come come a tutte le donne, dice il Turnebo lib. 28 cap. 16 del suo giornale: vorebbe poi Carlostefano leggere Alto, in vece di Alté, immaginandosi, che il coturno fusse alto da terra, sotto il piede, ma il coturno è alto dal piede per fine alla polpa della gamba, però dice Virgilio Alte suras vincire coturno 〈11〉, sì conferma da Turnebo nel luogo sopra citato, considerando, che Diana essendo cacciatrice andava succinta con la vesta alzata sopra il ginocchio, per lo che avendo detto Virgilio, che Venere haveva raccolta la veste sopra il ginocchio, pensò Enea che fusse Diana cacciatrice, però le addimandò se era sorella di Febo: An Phoebi soror 〈12〉. E perché la vesta era alzata sopra le ginocchia portava gli alti coturni; acciò non si vedessero le gambe nude. Cum autem supra genua esset sublata vestis, ideo altos gerebet cothurnos, ne cruribus nudis cerneretur 〈13〉: Ecco dunque, che il coturno era come uno stivaletto, che copriva la gamba, non altrimenti alto, & grosso, come tiene lo Scaligero nella Poetica libro primo cap. 13, dicendo che il coturno era grosso di tal maniera, che con la sua accessione d’altezza, s’uguagliava la grandezza de gli Eroi, & soggiunge se tale è stato il coturno, in che modo Virgilio di quello calza la cacciatrice, la quale deve essere speditissima. Si talis fuerit cothurnus, quomodo venatricem, eo calceati Virgilius, quam decet esse expeditissimam? 〈14〉. Quasi che Virgilio non sapesse di qual fatta fussero li coturni, che a suo tempo si stavano, & nelli Teatri, & Cerci, spesso si adoperavano in rappresentando gli atti publici di esquisite Tragedie, & pure Virgilio non solamente nomina il coturno, ma lo descrive nelli sudetti tre luoghi, & chiaramente lo dà alle cacciatrici, di modo che non poteva essere alto come le pianelle di legno da donna, ma come egli dice vestiva, & cingeva la gamba per fino alla polpa: che ritirasse il coturno in forma di stivaletto pigliasene inditio nell’Elegia suddetta, in morte di Mecenate attribuita da alcuni a Caio Pedone 〈15〉, nella quale il coturno di Bacco è chiamato Sandalio fatto ancor esso a guisa di borzachino.

Argentata tuos etiam sandalia talos
Vinxerunt certe: nec puto, Bacche negas. 〈16〉

Et Filostrato ne l’imagine 9 de gl’amori dà a Cupido il Sandalio indorato invece di coturno 〈17〉. L’Autore de gli Adagij in quel proverbio, Cothurno versatilior 〈18〉, dimostra che fusse alto da donna, & per posarvisi bene fusse di quattro angoli, ma non so che maestro di Pianelle glie l’habbia detto, non adducendo niuno autore antico per testimonio non è da prestargli credenza, tanto più che esplica quel proverbio con frivola ragione, che il coturno sia versatile per dir così agevole a voltarsi, & rivoltarsi, perché si accomoda a ogni piede sinistro, & destro, tanto di donna come d’huomo. È vero che il coturno è atto a ogni piede, come dice Servio nel proemio Dell’Eneide 〈19〉, si accomoda al piede, dell’huomo, & della donna, come riferisce Suida 〈20〉, ma non è vero che per questa cagione dicasi Cothurno versatilior, che se questo fusse tanto si potrebbe dire Socco versatilior, perché anco il zoccolo s’accommoda, ad ogni piede dritto, & sinistro, & lo possano portare huomini, & donne. Che fussi da donna il socco, è notissomo poiché da gli Autori se gli da epiteto muliebre. Apuleio dice d’uno che per parere donna portava una veste di seta, i capelli lunghi, e’l soccolo indorato 〈21〉. Vitellio Imperatore scalzò Messalina togliendogli un zhoccolo, che seco lo portava, & spesso baciava. Plinio tassa il lusso delle femmine nel lib. 9. cap. 35, che portassero le gioie nelle pianelle, & nelli soccoli, & nel lib. 37. cap. 2 Super omnia muliebria socculos induebat è margaritis 〈22〉. Che lo portassero anco gli huomini, raccogliesi da Seneca narrando di Cesare, che porgé il piede sinistro a Pompeo Perso acciò lo baciasse per mostrare il zoccolo d’oro che portava ornato di gemme 〈23〉; et Svetonio nel cap. 52 riferisce di Caligola, che portava hor il coturno, hora il zoccolo, l’istesso Autore nella Vita di Claudio cap. 8 ove racconta de gli smacchi fatti a quello Imperatore per ischerzo da convitati giovani impudichi 〈24〉, secondo il Sabellico 〈25〉, dice, che mentre dormiva il giorno solevano mettergli nelle mani li zoccoli, acchioché in un subito svegliato si strogolasse la faccia con quelli: sì che portandolo huomini, e donne tanto dir si potria, Socco versatilior, ma dicesi Cothurno versatilior, cioè agevole più che un coturno, s’accommoda per ogni verso più che uno stivaletto, perché il coturno come stivaletto si calza in ogni gamba, si volta, & si rivolta, & si riversa agevolmente, come pianella da donna non si potria riversare né accomodare al piede dell’huomo, ma solo a quello della donna, perché veggiamo che gli huomini non sanno camminare con le pianelle alte da donna, alle quali pianelle si come non se le può applicare quella voce. Versatilior. Ancorché s’accommodi ad ogni piede sinistro, & destro, che ciò saria parlare improprio, & commune ad ogni pianella, ancorché bassa, perché quelle ancora s’accommodano ad ogni piede, meglio che le alte, & più agevolmente senza pericolo di cadere: così meno si potrebbe quella voce Versatilior applicare al coturno se fusse alto, & grosso, come la pianella da Donna, è vero che una volta Giuvenale nella Satira sesta dice.

Breviorque videtur
Virgine Pygmea nullis adiuta cothurnis. 〈26〉

Ma non per questo ne segue, che il coturno tragico fusse stato alto, come una pianella da donna, perché li poeti erano tanto avezzi a pigliar misticamente, con parlar figurato il coturno portato da personaggi grandi, & supremi, per l’altezza & grandezza, che Giuvenale in questo luogo l’ha preso per l’altezza materiale, intendendo che la Donna pare più piccola d’una pigmea, senza aiuto di qualche altezza. Per provare che non fusse materialmente il coturno alto, come la pianella da donna dovriano bastare, li tre luoghi di Virgilio, aggiunta l’autorità di Probo, che nel secondo della Georgica dice Cothurni sunt calciamentorum genera Venatori apta, quibus crura etiam muniuntur, cuius calciamenti effigies est in simulacris Liberi, & Dianae 〈27〉. Et Servio, che nel primo dell’Eneide afferma, che sono stivaletti da caccia. Cothurni sunt calciamenta venatoria 〈28〉. Il che dichiara, che non fussero alti come le pianelle da donna, perché con simile altezza non si può correre sopra colline, luoghi sassosi, & spinosi. Contuttociò voglio che lo proviamo con altre autorità. Da Plinio libro settimo Cap. 20 〈29〉 si comprende pure che non fussero alti come le pianelle da donna, ove egli racconta d’aver veduto, Athanato Histrione huomo di cinquanta anni comparire in Scena per fare ostentatione della sua gagliardia, con un corsaletto di piombo, & con li coturni di cinquecento libre, brutta vista haveriano fatto li coturni di così gran peso se fussero stati grossi, & alti, come le pianelle da donna sconciamente assettati, ma perché dovevano essere a guisa di stivaletto, aperto, che si cinge fino alla polpa della gamba, dovevano essere assettati, & più agevoli alla gamba, & dovevano comparire con proportione, massimamente col corsaletto, col quale molto bene veggiamo nelle statue antiche d’Eroi, & Principi li coturni a foggia di stivaletto, a foggia di pianella alto, & quadrato in angoli, come dice Alessandro, ab Alexandro 〈30〉, non se n’è mai veduto niuno, nell’altra sorte veggonsi tuttavia infinite scolture d’Imperadori, di Muse, di Diana, & di Bacco, del quale coturno di Bacco, oltre gli Autori citati ne fa mentione Velleio Patercolo nell’ultimo libro, ove narra di M. Antonio, che voleva essere tenuto un altro Bacco, & perciò portava tra le altre cose attinenti a Bacco, li coturni. Cum autem nouum esse Liberum patrem appellari iussisset, cum redimitus hedera, coronaque; velatus aurea, & Thyrsum tenens, cothurnisque; succintus, curru velut liber pater vectus est Alexandriae 〈31〉. Et Cornelio Tacito nell’undecimo de gli Annali, dice di Messalina, moglie di Claudio Imperatore, che celebrava in casa la festa della vendemmia, & che a guisa di Baccante, col crine sparso, scossando il tirso appresso Silio incoronato d’edera, portava i coturni, & aggirava la testa facendogli strepito intorno un coro di Baccanti. Ipsa crine fluxo, Thyrsum quatiens, iuxtaq; Sylius Hedera vinctus, gerere cothurnos, iacere caput serpente circum, procaci, choro 〈32〉. Simili baccanti con coturni, veggonsi nelli marmi antichi di Roma, quali non haveriano potuto saltare, & correre furiosamente negli giuochi baccanali, se il coturno fusse stato alto come le pianelle da Donna, rilevato assai, come dicono alcuni col suvero, e con altra materia di legno. Dicanmi un poco questi tali, lassando da parte le Cacciatrici, & le Baccanti, se il coturno fosse stato alto, & sollevato assai, come haveriano potuto combattere per monti, campagne, e foreste, le Amazoni, le quali portano in guerra gli scudi, come mezze Lune, & li coturni, come racconta Plutarco nella vita di Pompeo. In hac pugna Amazones a Montibus Thermodonti fluvio accubantibus profesta auxilio venisse perhibentur Barbaris, quippe a proelio, dum spolia Barbarorum legunt Romani Peltas Amazonicas, cothurnosque; reperiere 〈33〉. Certo che con le stampelle sotto li piedi non possono andare a combattere, né huomini, né donne, le quali ne i loro giuochi della cieca, nei passi alquanto difficili, e nel voler esser camminare in fretta, non che correre, si lievano le pianelle, ancorché basse di suvero: Onde apparisce che il coturno bisogna che fosse fatto a guisa di stivaletto, & borzacchino senza alcuno sollevamento sotto la pianta, nel piede, & se Isidoro nel 19. libro Capitolo 34. dice che erano fatti a guisa di pianelle, ha torto in questo, ha ben nel resto ragione, che l’usassero i Tragici nelli Teatri, & gli Heroi, come esso afferma. Cothurni sunt quibus calciabantur Tragoedi, qui in Theatro dicturi erant, et alta intonantique; voce cantaturi, est enim calciamentum in modum crepidarum, quo Heroes utebantur 〈34〉. Nel qual testo parla in tempo passato, Calciabantur, utebantur. Come che a suo tempo non li avesse veduti in Theatri. Usati dunque da Tragici sotto personaggi d’Erroi, ne’ Theatri, è da credere che Virgilio più volte li vedesse, & sapesse molto meglio de gli Autori più moderni, come fussero fatti, & che non fussero in altra foggia che in quella da lui descritta, a guisa di stivaletto, & borzachino, onde communemente presso gli Autori vulgari, passa lo stivaletto sotto nome di coturno, della cui forma habbiamo noi fatto disegnare la nostra figura del decoro, contentandoci, quando ci siano altri di contrario parere d’errare con Probo, Servio, & con Virgilio istesso, che sopra sapere con Autori moderni, che non hanno veduto li coturni ne tempio che si usavano, come viddero servio, Probo, & Virgilio, il quale dice che li coturni di Diana, erano di rosso colore, e tal colore anco è molto proportionato a Tragici rappresentamenti, sì perché in essi vengono esposti sanguinosi casi, sì perché vi s’introducono Imperatori, Re, Principi, & persone sublimi a’ quali conviene la porpora, & però il coturno è stato assegnato da Poeti, a personaggi grandi, sì come il socco a persone positive, civili, & di minor qualità.

〈1〉 «Come si fa a non ridere: pelle di leone sopra una veste gialla! E il coturno, che c'entra con la clava?». Aristofane, Le rane,  prologo, 47.

〈2〉 «Il primo [indizio] viene dal loro Sommo Sacerdote, che nei giorni festivi incede con la mitra, indossando una pelle di daino ricamata d'oro, una tunica lunga fino alle caviglie e i coturni, inoltre ha un gran numero di campanellini appesi alla veste che tintinnano mentre cammina, proprio come da noi». Plutarco, Questioni conviviali, IV, 6, 2.

〈3〉 «Vieni qui, padre Leneo, togliti i coturni e tingiti con me di nuovo mosto le gambe nude». Virgilio, Georgiche, II, 7-8.

〈4〉 Marco Valerio Probo (I secolo d.C.), filologo romano, biografo e commentatore di Virgilio ("Pseudo-Probo").

〈5〉 «Sorgerai tutta di marmo liscio, le gambe cinte nel purpureo coturno». Virgilio, Bucoliche, VII, 31-32.

〈6〉 Charles Estienne, italianizzato in Carlostefano (1504?-1564), medico, umanista e editore francese, riadattatore del De re vestiaria di Lazare de Baïf (1496-1547).

〈7〉 «È usanza delle ragazze tirie portare la faretra e legare in alto i polpacci con purpureo coturno». Virgilio, Eneide, I, 336-337.

〈8〉 «Portata in volo dai tuoi splendidi cigni». Orazio, Odi, IV, I, 10-11.

〈9〉 «Splendide braccia più bianche della neve». Anonimo, Elegie in morte di Mecenate, I, 62.

〈10〉 Vedi nota 5.

〈11〉 Vedi nota 7.

〈12〉 «Forse sorella di Febo?», Ibidem, I, 329.

〈13〉 «Non arrivando la veste a coprire le ginocchia, portava alti coturni per non mostrare le gambe». Castellini cita da uno scritto non identificato di Adrien Turnèbe o Tournebeuf (1512-1565), Turnebo in versione italianizzata, umanista francese menzionato poco sopra.

〈14〉 «Se tale è il coturno, come può Virgilio farlo indossare a una cacciatrice, che deve muoversi il più velocemente possibile?». Giulio Cesare Scaligero, Poetices libri septem, Antoine Vincent, Lione 1561, I, 13.

〈15〉 Gaio Albinovano Pedone (I secolo a.C. - dopo il 15 d.C.), poeta romano della cerchia di Ovidio.

〈16〉 «Dovevano essere d'argento i sandali che ti legavano i piedi: non credo, Bacco, che lo negherai». Anonimo, Elegie in morte di Mecenate, I, 65-66.

〈17〉 Filostrato il Vecchio (190 circa - ?), scrittore greco, autore delle Immagini, opera consistente in sessantaquattro descrizioni di opere pittoriche - reali o immaginarie - esposte in una villa nei pressi di Napoli.

〈18〉 Gli Adagia sono una raccolta di proverbi in lingua greca e latina curata da Erasmo da Rotterdam e uscita in prima edizione nel 1503.

〈19〉 Servio Mario Onorato (IV secolo d.C.), filologo romano, autore di diversi commentari virgiliani.

〈20〉 Suda (o Suida) è il titolo di una raccolta enciclopedica bizantina risalente al secolo X.

〈21〉 Castellini attinge alle Metamorfosi di Apuleio.

〈22〉 «Che oltre le altre effeminatezze indossava sandali di perle». Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXVII, 6.

〈23〉 Seneca (4 a.C. - 65 d.C.), filosofo e drammaturgo romano.

〈24〉 Castellini attinge alle Vite dei dodici Cesari di Svetonio.

〈25〉 Marcantonio Coccio (o Cocci), detto il Sabellico (1436 circa - 1506), storico italiano.

〈26〉 «Senza i coturni sembra più piccola di una fanciulla pigmea». Giovenale, Satire, VI, 505-506.

〈27〉 «I coturni sono un genere di calzature adatto ai cacciatori, con cui si proteggono anche le gambe, e li si può vedere rappresentati nelle statue di Libero e Diana». Pseudo-Probo.

〈28〉 «I coturni sono calzature da caccia». Servio Mario Onorato, Commentario all'Eneide, I, 337.

〈29〉 Castellini fa riferimento alla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.

〈30〉 Alessandro Alessandri o d'Alessandro, detto anche Alessandro ab Alexandro (1461-1523), umanista e giureconsulto italiano, autore dei Geniales dies.

〈31〉 «Dopo essersi soprannominato nuovo Liber Pater, ed essersi fatto portare in cocchio ad Alessandria, come quel dio, col capo cinto d'edera, con indosso una veste color zafferano fregiata d’oro, con un tirso in mano ed i coturni ai piedi». Velleio Patercolo, Storia romana, II.82.1.

〈32〉 «Agitava follemente, coi capelli disciolti, un tirso e, accanto, Silio, cinto d'edera e calzato di coturni, agitava il capo in mezzo agli strepiti di un coro procace». Tacito, Annali, XI, 31.

〈33〉 «Si dice che in questa battaglia combatterono a fianco dei barbari anche le Amazzoni scese dai monti intorno al fiume Termodonte, giacché i Romani, spogliando i cadaveri dei Barbari dopo la battaglia, trovarono scudi e coturni da Amazzoni». Plutarco, Vite parallele, Pompeo, XXXV.

〈34〉 «I coturni erano le calzature indossate dagli attori tragici, che in teatro dovevano recitare i versi con voce e intonazione altisonante; si trattava infatti di un tipo di calzatura simile alla crepida, usato dagli eroi». Isidoro di Siviglia, Etimologie, XIX, 34.

Homepage: Decoro, elaborazione grafica dalla tavola illustrante il libro di C. Ripa "Iconologia", Motte, Londra 1709. 
Sotto: riproduzione delle pagine 176-181 del libro di Cesare Ripa "Iconologia", Eredi di Matteo Florimi, Siena 1613. (www.archive.org).


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