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Decoro: la èkphrasis

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di Cesare Ripa, Giovanni Zaratino Castellini

Pubblicata per la prima volta a Roma nel 1593, l'Iconologia compilata dallo storico e critico d'arte Cesare Ripa (1560 circa-1622), è il più celebre repertorio di personificazioni allegoriche che la cultura occidentale annoveri. Numerose sillogi successive vi si sono ispirate, e anche la disciplina iconologica fondata dallo storico dell'arte Aby Warburg (1866-1929) ha nell'opera di Ripa un precedente fondamentale. Nell'Iconologia le allegorie si succedono in ordine alfabetico, inizialmente solo come descrizioni verbali, poi con l'accompagnamento di immagini. Mentre la prima edizione consta di 699 voci prive di illustrazioni, le successive registrano un costante aumento sia dei lemmi che delle immagini, grazie anche a collaboratori esterni, coinvolti da Ripa in quella che si rivelerà essere un'impresa dal taglio sempre più enciclopedico. L'ultima edizione cui Ripa poté contribuire di persona fu quella uscita postuma nel 1625. Le voci in essa contenute sono 1309, con 351 illustrazioni. 

Tra le voci dell'Iconologia, quella intitolata al Decoro non ha mai destato particolare curiosità negli studiosi di Cesare Ripa, e resta tuttora misconosciuta. Ciò si spiega col fatto che essa compare solo a partire dall'edizione del 1613 (la quinta dopo quelle del 1593, 1602, 1603 e 1611), e non è firmata da Ripa ma dal suo più importante collaboratore, l'epigrafista ed erudito Giovanni Zaratino Castellini (1570-1641). Quanto alle edizioni a noi più vicine nel tempo, la voce Decoro è reperibile in quella, a cura di Piero Buscaroli, pubblicata da Fògola (Torino 1986), TEA (Milano 1992) e Neri Pozza (Vicenza 2000), ma limitatamente alle poche righe del testo descrittivo - la èkphrasis, per dirla alla greca - che riproduciamo qui sotto. È invece del tutto assente il lungo commento, fitto di citazioni di autori celebri, con cui Zaratino Castellini integra e giustifica la èkphrasis iniziale, e che fa del Decoro il lemma più esteso mai apparso sulle pagine dell'Iconologia. Nelle prossime uscite, FD lo riproporrà per intero ai suoi lettori, sempre tenendo fede all'edizione del 1613, dove Decoro occupa le pp. 170-184.

Per i profili biobibliografici di Cesare Ripa e Giovanni Zaratino Castellini: F. Biferali, Ripa, Cesare, in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 2016, vol. 87; M. Palma, Castellini, Giovanni Zaratino, in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1978, vol. 21. Sulla storia e la fortuna dell'Iconologia, ottimo il sito web Iconologia di Cesare Ripa (https://limes.cfs.unipi.it/allegorieripa/). 

Giovane di bello, & honesto aspetto, porti adosso una pelle di Leone nella palma della man dritta tenga un quadrato, nel cui mezzo sia piantata la figura del Mercurio, da man sinistra tenga un ramo, d’Amaranto volgarmente detto fior di velluto con questo motto intorno. SIC FLORET DECORO DECVS. Del medesimo si potria anco incoronare, & fregiare l’habito, che sarà un saio lungo fino al ginocchio, nel piede dritto tenga un coturno, nel sinistro un socco.

Homepage: Decoro, elaborazione grafica dalla tavola illustrante il libro di C. Ripa "Iconologia", Eredi di Matteo Florimi, Siena 1613. 
Sotto: riproduzione delle pagine 170-171 dello stesso libro (www.archive.org).

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