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Patricia Urquiola, il design dall’approccio artigianale

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Spagnola di nascita ma milanese d’adozione, Patricia Urquiola (Oviedo, 1961) è designer a 360 gradi, che passa dalla realizzazione di mobili alla progettazione d’interni agli allestimenti fieristici. Pur nella varietà dimensionale e tipologica, il processo creativo è uno solo. Esso si caratterizza per un’indagine sensoriale, che manipola i materiali e si lascia guidare dall’intuito e da una memoria emotiva ancorata al vasto mondo tessile fatto di impunture, intrecci e merletti. Osservando alcuni dei lavori di Patricia, come le ceramiche Dechirer, ci si sente proiettati in un mondo domestico e affettivo i cui frammenti compongono una bacheca dei ricordi, ove il microrilievo aggiunge alla componente visiva anche quella tattile. La vitalità dei colori, la ricchezza delle forme e dei linguaggi sono un antidoto all’imperante minimalismo. La sedia Flo Chair rivestita in midollino con motivo a losanghe, ad esempio, non solo recupera un valore artigianale come la lavorazione a intreccio, ma anche un valore decorativo di ispirazione etnica.

Patricia Urquiola, Ceramiche Azulej, prod. Mutina 2012.

Alla domanda che spesso le viene rivolta, ossia se esista un design al maschile e uno al femminile, Patricia risponde: «…esistono diverse sensibilità, distribuite tra uomini e donne in modo molto più complicato rispetto al genere. Il fatto di essere una donna ha dei vantaggi per quanto riguarda il saper gestire più cose nel medesimo momento; e questa è una dote indispensabile nel design…». La serialità è uno degli elementi fondamentali del design, e il materiale che più la caratterizza è la plastica. E’ proprio analizzando l’approccio che Patricia ha coi materiali plastici che si comprende appieno la sua metodologia progettuale. Il policarbonato è un materiale che si riga con molta facilità, e sono molti i designer che durante la fase progettuale antepongono il proprio ego creativo, spesso incentrato sullo studio di una determinata sagoma, ad una precisa e documentata conoscenza del materiale.

Patricia Urquiola, Tappeto Sardinian Rug, prod. Moroso 2006.

Frilly, una delle sedie firmate da Patricia, supera al meglio la prova del tempo e in primo luogo proprio perché la superficie risulta mossa attraverso un’operazione di plissettatura che attutisce di molto l’effetto dei graffi. Più che delle infinite possibilità che offre il materiale plastico, il design artigianale di Patricia si occupa dei suoi limiti strutturali, e riesce così ad offrire un prodotto qualitativamente ed esteticamente ricco.

In alto: Patricia Urquiola, Tavoli e sedie Flo, prod. Driade 2004. Sotto: sedia Frilly, Kartell 2008.

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